Una storia tormentata
Danzica è stata protagonista di una storia tormentata, contesa tra polacchi, tedeschi, che la occuparono fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, russi e svedesi. La città è stata peraltro distrutta in due occasioni, nel ‘600 dagli svedesi e durante la seconda guerra mondiale, quando è stata quasi completamente rasa al suolo. E’ stata però sempre ricostruita secondo il motto che contraddistingue la città: “nec temere, nec timide”, cioè letteralmente non temerariamente, né con timidezza.
La sua cultura così come la sua architettura riflette la sua storia.
Origine del nome
Nella lingua locale la città è chiamata Gdańsk (Gduńsk in lingua casciuba), il cui significato dovrebbe essere “città sul fiume Gdania”. Gdania era con tutta probabilità l’antico nome dell’attuale fiume Motława, le cui acque bagnano Danzica. In casciubo la città è chiamata.
Il territorio di Danzica fu per la prima volta menzionato nel VI secolo dallo storico Jordanes come “Scandza”, cioè “costa gotica”. Nel 997 la città viene invece citata nell’opera “Vita di Sant’ Adalberto di Praga” come urbs Gyddanyzc (città di Danzica).
Dall’XII al XVII secolo furono usate varie denominazioni per la città: Kdanzk, Gdanzc, Gdansk, Danzc, Danczk, Danczik, Danczig, Gdansk, Gdansk e Gdąnsk. Nella versione latina la città fu chiamata Gedanum, Dantiso o Dantiscum.
Durante il periodo in cui Danzica fu città libera, dalla fine della Prima Guerra Mondiale all’occupazione tedesca del 1939 Danzica assunse la denominazione di Freistadt Danzi, ossia Libera Città di Danzica.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, in seguito all’annessione alla Polonia, la città assunse ufficialmente e in maniera definitiva l’attuale denominazione di Gdańsk, Danzica.
Nascita della città
Le prime tracce di insediamenti umani risalgono all’età della pietra e sia racconti degli storici Tacito e Jordanes, sia scavi archeologici recenti, hanno portato alla scoperta di tracce romane sin dal VII secolo.
Il popolo dei Casciubi, appartenente al gruppo degli slavi occidentali, giunse nell’area dell’attuale Danzica introno al VII secolo.
Nei secoli successivi si svilupparono villaggi di pescatori lungo la costa del Mar Baltico. Nel 980 Mieszko I di Polonia, fece costruire una roccaforte in posizione strategica tra i territori occupati dalla dinastia Piast e il Mar Baltico, le cui rotte commerciali cominciavano ad assumere importanza.
Convenzionalmente, l’anno di nascita della città, è fissato nel 997, quando Sant’Adalberto, patrono della Polonia, arrivò al Castello di Danzica ed il nome ‘urbs Gyddanzyc’ viene per la prima volta riportato in documenti ufficiali.
Medioevo
Nel X e XI secolo Danzica divenne un centro caratterizzato dalla presenza di un quartiere abitato da artigiani lungo l’attuale Altstädter, da una piazza destinata a mercato e una zona commerciale che si sviluppava intorno alla Chiesa di San Nicola e alla Fortezza di Piast.Essa entrò a far parte del Ducato di Sobieslaw e fu capitale della dinastia dei duchi di Pomerania. Nel 1224 fu in maniera ufficiale riconosciuta come città con il nome di “Gdańsk” (Danzica).
Dal 1235 fu retta da una costituzione municipale simile a quella usata in altre città tedesche. Da allora crebbe fino a diventare uno dei principali porti sul Mar Baltico.
Agli inizi del XIV secolo, durante la guerra tra il Regno di Polonia e il Margraviato di Brandeburgo, il sovrano polacco Władysław Lokietek chiamò in soccorso i Cavalieri Teutonici, affinché sedassero i disordini creati da una parte dei cittadini che avevano preso posizione a favore del Brandeburgo. I cavalieri teutonici appartenevano ad un antico ordine di natura insieme monastica e militare, fondato da mercanti tedeschi in Terrasanta e impegnati a difendere la cristianità nel Nord Europa.
Nel 1309, a Settembre Waldemar di Brandeburgo cedette, in cambio di 10.000 marchi, le sue pretese sulla città all’Ordine Teutonico. In quest’occasione Danzica assunse per la prima volta il nome tedesco di “Danzig”.
Danzica difese comunque strenuamente la sua indipendenza, affermandosi sempre di più come uno dei principali porti sul Baltico e divenendo importante centro commerciale, grazie alla presenza delle acque della Vistola. Tra polacchi e teutonici ci furono diverse guerre per il possesso di Danzica, finché nel 1343, dopo la battaglia di Tennenberg, fu siglato un accordo di pace in base al quale ai Cavalieri teutonici sarebbe spettato il controllo della Pomerania di Danzica su concessione dei Re di Polonia, mentre questi ultimi conservarono la sovranità feudale sulla regione. La crescita economica di Danzica intanto contniu tanto che nel 1358 entrò a far parte della Lega Anseatica, divenendone membro ufficiale nel 1361.
Dopo la battaglia di Tannenberg, il 15 luglio del 1410, l’Ordine teutonico lasciò definitivamente Danzica e la città visse una fase di ulteriore sviluppo grazie anche all’arrivo in città di mercanti emigrati da regioni vicine. Nel 1440 insieme alle altre città della Lega Anseatica, Elblag e Torun, formò la Confederazione Prussiana, la quale fu al fianco del Re di Polonia Casimiro IV nella sua Guerra dei tredici anni, nota anche come Guerra delle Città, contro l’Ordine Teutonico. Al termine del conflitto che durò dal febbraio del 1453 all’Ottobre del 1466 i Cavalieri Teutonici furono costretti alla resa definitiva e rinunciarono ad ogni pretesa sulla Pomerania.
Nel XV Danzica, sebbene vincolata al Regno di Polonia, divenne uno Stato indipendente dotato di una propria legislazione e di un autonomo potere giudiziario.
Età moderna
XVI sec.
Agli inizi del 1500 secolo Danzica era ormai divenuto il principale porto sul Mar Baltico e questo non fece altro che accrescere la rivalità con i tedeschi che attraverso la Lega Anseatica esercitavano il controllo sul commercio alla foce della Vistola. La città continuò a crescere sempre di più, arricchendosi grazie al commercio e all’esportazione del frumento e dell’ambra, e conservò il proprio status di membro indipendente della Lega.
La maggioranza della popolazione continuava ad essere tedesca ma cominciarono a prendere sempre maggiore rilevanza le altre comunità in particolare quella polacca, quella olandese e quella scozzese. Nel 1566 le istituzioni cambiarono anche la lingua ufficiale sostituendo il cosiddetto basso tedesco usato dalle città della Lega anseatica con l’alto tedesco.
XVII-XVIII sec.
Il XVII secolo fu caratterizzato da due grandi guerre: prima la Guerra dei Trent’anni dal 1618 al 1648, poi la Seconda Guerra del Nord dal 1655 al 1660.
Nel 1709 come se non fossero bastate le devastazioni del secolo precedente la città fu colpita da una violenta epidemia di peste bubbonica. Nel 1772, con la Prima spartizione della Polonia, tutta la regione circostante Danzica passò in mano prussiana. La città resistette fino al 1793 ma fu poi anch’essa costretta a divenire parte della provincia della Prussia occidentale e ad entrare dunque a far parte del Regno di Prussia.
Da allora Danzica perse il suo ruolo di principale porto e attraverò un periodo di declino economico e commerciale. Ciò soprattutto in seguito alla decisione di Federico II di recedere i legami commerciali con la Polonia rea di non accettare la piena sottomissione alla Regno prussiano.
Età contemporanea
XIX sec.
Nel 1807 la città fu conquistata da Napoleone al termine di un assedio che durò per circa mesi mesi. Il 9 settembre 1807 lo stesso Napoleone riconobbe a Danzica lo Status di città libera al’interno delI’Impero francese, garantendogli di fatto una sorta di indipendenza. Nel 1813 i Prussiani iniziarono però un lungo assedio che si concluse con la resa dei francesi il 2 gennaio del 1814 e la riassegnazione di Danzica alla Prussia dopo il Congresso di Vienna del 1815.
Pur essendo inserita nel Regno di Prussia, la città non fece parte della Confederazione Tedesca fino al 1866. Nel 1867 entrò però a far parte insieme alla Prussia della Confederazione Tedesca del Nord e nel 1871 fu annessa all’Impero tedesco.
XX sec.
Nel 1919, all’indomani della Prima Guerra Mondiale che aveva visto i tedeschi soccombere, con il Trattato di Versailles i paesi vincitori trovarono per Danica una soluzione di compromesso. Si costituì infatti la Libera Città di Danzica, governata dalla Società delle Nazioni, tramite un suo commissario.
Attraverso questa scelta si cercò di riconoscere a Danzica una sorta di autonomia che non la assoggettava al governo della Polonia divenuta nel frattempo indipendente e al tempo stesso di consentire ai polacchi di utilizzare il porto di Danzica e le terre del cosiddetto Corridoio Polacco. Quest’ultimo era una striscia di territorio che separava la Prussia Occidentale da quella Orientale, inserita nel territorio della Polonia e collegava la Germania alla Lituania.
In questo periodo la Polonia trasformò il porto di Danzica, il Westerplatte, in un deposito militare e cominciò a realizzare un grande porto militare nella vicina città di Gdynia, la quale si trasformò rapidamente da piccolo villaggio termale in un importante centro marittimo.
Composta in prevalenza da tedeschi la popolazione di Danzica era interessata ai rapporti con i tedeschi più che a sfruttare l’unione doganale con la Polonia. Nel maggio del 1933, in occasione delle elezioni, la città scelse il Partito Nazista che propugnava la riunificazione con la Germania. Iniziò così un periodo di totalitarismo e di persecuzione nei confronti delle minoranze polacche ed ebree presenti in città.
Fu proprio l’occupazione di Danzica ad essere la miccia che accerse il secondo grande conflitto mondiale. Nel 1938 la Germania chiese alla Polonia la cessione di Danzica ma ottenne un netto rifiuto dalla Polonia. Il 1 settembre 1939 le truppe tedesche diedero così inizio alle ostilità attaccando la fortificazione di Westerplatte. Alle ore 4.45 una cannonata della Schleswig Holstein avvisò dell’inizio del conflitto. Il giorno successivo, il 2 settembre la Libera città di Danzica finì in mano tedesca. La Germania completò la sua occupazione nella regione e nel mese di ottobre dello stesso anno Danzica e il resto della Pomerania entrarono a far parte del Reich tedesco, divenendo distretto amministrativo del Reich con il nome di Danzica e Prussia Occidentale.
In seguito all’occupazione tedesca i polacchi e tutti gli oppositori al regime furono spediti nei campi di concentramento di Stutthof. Ci furono circa 65.000 morti. Solo nel 1945 i civili tedeschi cominciarono a lasciare la città alla vigilia dell’arrivo dell’Armata Rossa e all’indomani di pesanti bombardamenti inglesi.
Il 30 marzo del 1945 le truppe russe occuparono Danzica, liberandola dai tedeschi. La città fu devastata durante l’occupazione tedesca e la successiva liberazione russa. Persero la vita almeno 100.000 abitanti e il 90% della città fu distrutta dai bombardamenti tedeschi, inglesi e russi.
La città che usciva dal secondo conflitto mondiale era un luogo di macerie.
Dopoguerra
La Conferenza di Jalta prima e la Conferenza di Postdam poi stabilirono che Danzica sarebbe stata governata dalla Polonia. A suggellare il ritorno di Danzica sotto il controllo polacco fu il Trattato stipulato nel 1950 tra Repubblica Democratica Tedesca e Polonia. La città riprese dunque il suo nome polacco di Gdańsk.
La Repubblica Federale riconobbe questa nuova situazione solo venti anni dopo. Con la riunificazione tedesca, fu stipulato un nuovo trattato nel 1990 tra Germania e Polonia, con cui si confermavano i confini esistenti.
I tedeschi che vivevano a Danzica si trasferirono in massa nella Repubblica Federale Tedesca, anche perché chi rimaneva era soggetto al giudizio di un apposito comitato creato per giudicare il comportamento di ogni cittadino durante la guerra. Al contrario numerosi polacchi si insediarono in città provenienti da zone vicine o da territori della Polonia passati all’Unione Sovietica. La lingua principale della città divenne il polacco e si riavviò la ricostruzione della città evitando di lasciare tracce del suo passato tedesco, a cominciare dalle scritte in lingua tedesca.
Ricostruzione
La città era per il 90% distrutta e vi era la necessità di dare vita ad una profonda ricostruzione. Secondo alcuni occorreva costruire una città nuova e moderna, senza considerare il passato. Secondo altri era necessario ricostruire Danzica in modo da rispettare il suo aspetto pre-bellico. Si optò per quest’ultima via e la città rinacque dalle sue ceneri conservando l’aspetto che aveva prima della devastazione. L’opera di ricostruzione non fu facile sia perché i materiali erano difficili da recuperare, sia perché gli uffici del catasto erano stati distrutti e ci si doveva basare quasi esclusivamente su fotografie. Si cercò di restare il più possibile ancorati all’originale, in particolare nella realizzazione delle facciate degli edifici. Ovviamente l’esigenza di rendere Danzica una città moderna e all’avanguardia spinse gli architetti a costruire strade più larghe del passato e a prevedere ampie zone di verde e spazi per i centri commerciali. Nel dopoguerra l’economia cittadina faticò a riprendersi e per certi versi crebbe insieme alla rinascita urbanistica. Intanto riaprirono le Università e si svilupparono cantieri navali che rappresentarono per Danzica una nascente e proficua industria.
Solidarnosc
Danzica fu la città da cui nacque il movimento di protesta che portò al rovesciamento del regime comunista prima in Polonia e poi nell’intera Europa Orientale.
I primi scioperi si manifestarono a Danzica già negli anni settanta e la loro violenta repressione costrinse il leader comunista Wladyslaw Gomulka a dimettersi.
Sull’onda deille prime manifestazioni di protesta, il movimento operaio denominato “Solidarnosc” sorse nel settembre del 1980. Si trattava di un sindacato autonomo alla cui guida era un elettricista di nome Lech Wałęsa. Solidarnosc, nato come piccola organizzazione diventò ben presto un movimento nazionale, supportato da numerosi intellettuali anti-regime e in grado di catalizzare l’attenzione di milioni di cittadini. Nel 1981 il regime di Jaruzelsky vietò l’attivita a Solidarnosc e Lech Walesa fu anche arrestato, per poi essere rilasciato circa un anno dopo.
Nel 1983 proprio Walesa ottenne il Nobel per la pace.
Il movimento crebbe sempre di più e attraverso scioperi, manifestazioni e una politica non violenta riuscì a rovesciare il regime comunista.
Nel 1989 infatti Solidarnosc ormai riconosciuto come movimento politico partecipò alle elezioni vincendole e Lech Walesa fu Capo dello Stato dal 1990 al 1995.
Non c’è dubbio che questo evento diede la stura alle successive manifestazioni di protesta che in tutti i paesi del blocco sovietico portarono ad un rovesciamento del blocco sovietico e determinarono la fine dell’esperienza comunista nell’Europa dell’est.
Attualità
Oggi Danzica è una città pienamente integrata nel contesto europeo. I suoi cantieri navali, ormai meno importanti di un tempo nell’economia nazionale, continuano a rappresentare un forte simbolo di opposizione alle dittature e di lotta per la libertà. Danzica è un importante centro amministrativo e ricostruita secondo l’impronta medievale e rinascimentale è una tra le principali e più belle mete turistiche europee.
Una cultura “unica” perché eclettica
Nei secoli la città è stata contesa da diversi popoli, in particolare da quello polacco, tedesco, russe e svedese. Inevitabilmente la sua cultura, che ha comunque una sua specifica fisionomia, ha risentito dell’influenza dei diversi occupanti. Danzica peraltro in quanto importantissimo centro marittimo e per secoli principale porto sul Mar Baltico è stata crocevia di scambi commerciali tra mercanti provenienti da tutti i paesi del nord Europa e non solo e in questo senso, pur conservando inalterata la sua originale identità è stata arricchita dagli apporti di questa grande varietà di culture.
Mentre il XV secolo fu per Danzica un periodo di forti travolgimenti, il periodo del massimo sviluppo culturale fu quello compreso tra il XVI e il XVII secolo. In questo periodo nacquero la maggior parte degli edifici della città. Lo stile è quello olandese dal momento che i mercanti, avendo la disponibilità economica, commissionavano il progetto agli architetti fiamminghi, che in quel periodo rappresentavano l’espressione dei vertici artistici del Nord Europa.
Data la presenza tedesca Danzica rappresentò dal punto di vista culturale e religioso un elemento sui generis. In particolare dal punto di vista della professione religiosa a Danzica si affermò il credo protestante, il che rappresentò anomalia rispetto al resto del paese cattolicissimo. Sin dal medioevo però la città si caratterizzò per un forte spirito di tolleranza. Vi era dunque una forte coesione sociale tra i cittadini a prescindere dalla loro etnia, religione o appartenenza a classi. Il nemico era l’invasore nemico che metteva in discussione l’indipendenza della città.
Dopo la conquista tedesca, durante la seconda guerra mondiale, la Germania cercò di imporre il proprio modello culturale. All’indomani della liberazione vi fu però un rifiuto di tutto ciò che era tedesco. Gli architetti polacchi che ricostruirono al città e gli artisti che vi operarono cancellarono ogni traccia del recente passato tedesco.
Attualmente Danzica è uno dei maggiori centri culturali polacchi, ricca di musei e teatri e sede di prestigiosi eventi di cultura. Tra questi Festival tra cui il più importante è Il Festival annuale dedicato a Shakespeare. Danzica nel XVI secolo ha organizzato un tour all’estero di opere shakespeariane.
Data la sua storica vocazione universitaria oggi a Danzica ci sono diversi atenei, tra i più prestigiosi della Polonia e frequentati da decine di migliaia di studenti provenienti da tutto il paese. Oltre all’antica Università e al più recente Politecnico, ci sono anche un’Accademia della Medicina e un’Accademia dell’Educazione fisica.
Filosofia
Il più noto uomo di cultura di Danzica è senz’altro il Filosofo Arthur Schopenauer, nato nel 1788 e autore nel 1813 dell’opera “Il mondo come volontà e rappresentazione”.
Scienza
Nell’ambito della scienza il periodo di massimo splendore per Danzica è stato il XVI e Il XVII secolo. In questo periodo hanno l’astronomo Johannes Hevelius e il fisico Daniel Gabriel Fahrenheit entrambi nativi di Danzica.
Arte
La città ha dato i natali ad una serie di artisti, sia pittori quali Anton Möller e Daniel Chodowiecki che scultori. Tra questi ultimi Andreas Schlüter nel XVII secolo e Jan de Weryha-Wysoczański nel XX secolo.
Letteratura
I maggiori esponenti in ambito letterario originari di Danzica furono Joannes Dantiscus nel XV secolo, Adam Kazimierz Czartoryski nel XVIII, Max Halbe nel XIX secolo e Günter Grass nel XX secolo.
Musica
Danzica vanta tra i suoi cittadini anche un noto compositore del XVII secolo: Kaspar Förster il Giovane.