Stato: Italia
Regione: Sicilia
Abitanti: 654.958
Superficie: 158,88 km²
Densità: 4.122,34 ab./ km²
Altitudine: 14 mt s.l.m.
Fuso orario: +1 GMT, lo stesso di Roma
Lingua: Italiano
Moneta: Euro
Prefisso telefonico: +39-091
CAP: 90-100, da 90-121 a 90-151
Santo patrono: Santa Rosalia (15 luglio)
La città
Palermo è il Capoluogo della Regione Sicilia e uno dei principali centri dell’Italia Insulare.
Fondata come città porto dai Fenici nel 764 a.C., grazie alla sua lunga e gloriosa storia possiede un ricchissimo patrimonio di opere d’arte e di siti architettonici in diversi stili, espressioni delle tante culture che l’hanno attraversata.
Per la sua collocazione strategica nel Mediterraneo è stata da sempre un importante centro commerciale e culturale e un luogo di scambio tra Europa, Africa del Nord ed Oriente.
Per diversi secoli, dal 1160 al 1816 è stata anche Capitale del Regno di Sicilia, conservando poi il ruolo di centro politico della regione nei decenni successivi.
E’ una delle principali mete turistiche del Sud Italia e porto di sbarco di numerose crociere organizzate nel Mediterraneo.
Territorio
Con i suoi circa 655.000 abitanti inserito all’interno di un’omonima area metropolitana che supera il milione di unità è il quinto comune italiano per popolazione.
La città si affaccia sul Mar Tirreno, in corrispondenza del golfo di Palermo, all’interno della pianura della Conca d’Oro e circondata dai monti di Palermo. E’ bagnata dalle acque del fiume Oreto. La Valle dell’Oreto attraversa la città e divide la zona centrale della città dalla periferia.
In origine la zona in cui oggi sorge la città era paludosa. Essa è stata poi bonificata, ancora oggi molti fiumi scorrono sottoterra.
La città da un punto di vista amministrativo si divide in 8 circoscrizioni, 25 quartieri e 55 unità di primo livello.
Centro Storico
Il centro storico corrisponde al territorio della prima circoscrizione e ai quartieri amministrativi di Tribunali-Castellamare e Palazzo Reale-Monte di Pietà . Si sviluppa su un’area di circa 250 ettari e conta quasi 75.000 abitanti.
E’ la zona della città compresa entro le mura, attraversata dal Cassaro, oggi Corso Vittorio Emanuele da Via Maqueda, che incrociandosi presso Piazza Vigliena, formano la cosiddetta “Croce Barocca”. La Piazza, in quanto punto di incontro delle quattro zone in cui è diviso il Centro storico prende anche il nome di “Quattro Canti”, “Ottangolo” o “Teatro del Sole”.
Quartieri storici
Le zone divise dalla croce sono i quattro storici quartieri di Palermo, detti anche mandamenti.
Kalsa (Mandamento Tribunali)
La Loggia (Mandamento Castellamare)
Seralcadio (Mandamento Monte di Pietà detto anche “Il Capo”)
Alberghieria (Mandamento Palazzo Reale)
Il Càssaro, nome con cui in origine si identificava Corso Vittorio Emanuele, è la via più antica della città. Nel 1600 fu poi realizzata Via Maqueda. Infine nel 1885 fu aperta Via Roma, la seconda via che interseca Corso Vittorio.
Per la sua particolare configurazione a forma di piede, il centro storico palermitano viene definito “piede Fenicio”.
Ancora oggi all’interno di questi quartieri si tengono i mercati storici della città: Ballarò, Il Capo e Vucciria.
Città nuova
L’area comunale esterna al centro storico, divisa in altre sette circoscrizioni, comprende 23 quartieri. Essa è staccata in maniera marcata dalla parte vecchia della città e, in quanto sviluppatasi successivamente, prende il nome di “Palermo nuova”.
Oreto-Stazione
Montegrappa-Santa Rosalia
Cuba-Calatafimi
Zisa che corrisponde all’area di un vasto Parco, realizzato durante il dominio normanno, frequentato dai sovrani e abitato da un migliaio di abitanti. La zona prende il nome dal Palazzo normanno.
Noce
Malaspina-Palagonia
Libertà
Politeama
Settecannoli
Brancaccio-Ciaculli
Villagrazia-Falsomiele
Mezzomonreale-Villatasca
Altarello
Boccadifalco
Uditore-Passo di Rigano
Borgo Nuovo
Cruillas-San Giovanni Apostolo
Resuttana-San Lorenzo
Tommaso Natale-Sferracavallo
Partanna-Mondello
Pallavicino
Montepellegrino
Arenella-Vergine Maria
All’interno di questa vasta area si trovano gli insediamenti di edilizia popolari Borgo Nuovo, CEP San Giovanni Apostolo, Sperone e Zen.
Borghi e Frazioni
Intorno ai confini della città si trovano borghi e antiche frazioni, che con lo sviluppo urbanistico del XX secolo sono state inglobate nel contesto urbano di Palermo. Tra i centri più suggestivi che si trovano nei dintorni di Palermo ci sono i borghi di Addaura, Mondello e Sferracavallo che si affacciano sul mare e le più lontane frazioni di Belmonte Chiavelli, Ciaculli, Croceverde-Giardina, e Santa Maria di Gesù.
La Società palermitana
Per contraddistinguere l’insieme dei tratti caratteristici dei palermitani e, più in generale, del popolo che vive in Sicilia si è soliti usare il termine “sicilianità”. Gli elementi del carattere siciliano che almeno nello stereotipo sembrano prevalere sono la forte e infuocata passionalità, il senso di possesso e gelosia, la sostanziale diffidenza verso l’esterno. Ciò si unisce tuttavia ad una profonda fierezza, ad un forte senso dell’onore, ad una sostanziale acutezza d’ingegno e alla capacità di adattarsi alle mutevoli condizioni della vita.
Un’antica immagine dei siciliani ce la forniscono i romani, per bocca di Marco Tullio Cicerone che scrisse dei siciliani come di gente acuta e sospettosa, nata per disputare controversie.
L’esperto Gesualdo Bufalino nella sua opera L’isola plurale, della raccolta Cere perse, partendo da un’analisi della condizioni storiche, climatiche e geografiche in cui si è evoluta la società siciliana ne traccia un quadro articolato, per cui non sarebbe possibile parlare di una sola Sicilia ma sarebbe piuttosto giusto ragionare di molteplici Sicilie.
Dunque la società siciliana, vista da chi meglio la conosce, appare una realtà che, soggetta nei secoli a tanti diversi domini e culture, ha numerose identità che si confondono tra di loro e impediscono di tracciare una precisa linea di demarcazione.
Lingua
A Palermo è diffusa un dialetto locale, che corrisponde in linea di massima al dialetto parlato nel resto della Sicilia, anche se differisce da quest’ultimo in quanto profondamente influenzato da una varietà di lingue straniere, tra cui lo spagnolo, il francese e l’arabo, e ricco ne suo vocabolario di termini di derivazione straniera e di varie influenze nella pronuncia.
Il dialetto di Palermo di caratterizza peraltro per la presenza di numerosi modi di dire che consentono a chi parla di esprimere con pochi termini concetti anche molto articolati.
Dialetto siciliano
L’alfabeto coincide quasi interamente con quello latino, ma è privo delle consonanti K, W, X e Y e comprende invece la “D” doppia.
Tra le peculiarità del dialetto siciliano c’è il fatto che molte parole iniziano con doppia consonante, soprattutto con la doppia c (seguita da i o hiù), n (seguita da i), s (seguita da a, i e u), c (seguita da à), d (seguita da à o ò). Inoltre la h, a parte nelle voci del verbo avere, non è muta come in italiano ma corrisponde all’ich tedesco.
E’ molto usato l’accento grave presente nelle parole che finiscono con il gruppo “ia”. Si utilizza anche l’accento circonflesso in caso di parole contratte.
Gli articoli determinativi sono lu, la, li che sostituiscono gli articoli italiano il, la, i. Gli stessi articoli sono privi della consonante l a seconda della parola seguente, senza una precisa regola grammaticale.
Per alcuni termini che nel dialetto siciliano sono neutri si usano indistintamente gli articoli maschili o femminili.
Gli articoli indeterminativi sono un (oppure nu) e na (oppure ‘n).
Per formare il plurale si usano le espressioni “na pocu di”, “n’anticchia di”, “na para di”, “na trina di”.
Immigrazione
A Palermo non vi è una grande presenza di cittadini stranieri, sebbene la vicinanza con il Nordafrica abbia determinato negli ultimi decenni un notevole incremento del fenomeno migratorio verso il capoluogo siciliano.
Religione
Questo fenomeno ha determinato una rilevante diffusione della religione islamica e la realizzazione nel 1990 di una moderna moschea dove anticamente sorgeva la chiesa di San Paolino poi sconsacrata. La presenza di una moschea a Palermo non è comunque una novità visto che anticamente, in seguito al lungo dominio esercitato dagli arabi, in città erano presenti circa trecento moschee. Peraltro il culto islamico nel tempo si è talvolta mescolato a quello cristiano determinato lo sviluppo della liturgia greco-bizantina, basata su riti in parte occidentali e in parte orientali.
Fenomeno mafia
In Sicilia esiste una potente organizzazione criminale, la mafia siciliana, nota come “Cosa Nostra”, che ha avuto origine all’inizio del XIX secolo e si è rapidamente sviluppata fino ad assumere il carattere di una ramificata struttura internazionale, dedita oggi al traffico di droga, di armi, di rifiuti, alla gestione del gioco d’azzardo illecito, al riciclaggio di denaro sporco , all’usura e all’estorsione.
Il fenomeno nacque all’indomani della nascita del Regno d’Italia. Lo stato non riuscì ad organizzare e gestire direttamente il controllo del governo dell’isola, il quale finì per essere appannaggio di gruppi, dette “cosche” che avevano una precisa conoscenza dei meccanismi che regolavano i rapporti sociali in Sicilia. Questi gruppi si configuravano come sette, composti da soggetti violenti che fungevano da intermediari tra i cosiddetti “gabellotti” che gestivano le terre dei nobili proprietari e i braccianti servi della gleba e si avvalevano per questo scopo dell’aiuto di “scagnozzi”.
Nel dopoguerra con l’affermarsi di un tipo di economia diversa, non più fondato sull’agricoltura e tantomeno su un sistema feudale di sfruttamento delle terre, la mafia siciliana spostò il suo interesse su altri fronti, avviando una grande rete di traffici illeciti e sviluppando rapporti con organizzazioni criminali presenti in varie parti del mondo.
Si cominciò ad utilizzare il termine “mafia” per indicare questo fenomeno nel 1863 quando Giuseppe Rizzotto e Gaetano Mosca rappresentarono il dramma dal titolo “I mafiusi de la Vicaria”, in cui venivano raccontate le vicende di individui che aderiscono ad un’organizzazione che si oppone alle regole delle istituzioni. L’opera fu tradotta in italiano ed ebbe una grande diffusione in tutto il paese. Da allora anche per comunicazioni ufficiali le autorità pubbliche cominciarono ad utilizzare questo termine.
L’espressione Cosa nostra, con cui si identifica la mafia siciliana, è il nome con cui gli stessi appartenenti alle cosche mafiose definiscono lo loro organizzazione criminale.
Economia
Servizi
Il settore terziario è il principale motore economico della città. In quanto capoluogo di Regione, cui peraltro la Costituzione italiana riconosce lo statuto speciale, Palermo è ricca di uffici di governo regionale e di importanti sedi di enti e istituti pubblici. Sono diffusi anche i settori bancario e delle telecomunicazioni.
Industria
Il polo industriale di Palermo è concentrato nel porto dove sono presenti numerosi e importanti cantieri navali. Altri quartieri industriali cittadini sono Brancaccio, la Zona Industriale Nord e Partanna.
Commercio
I primi grandi centri commerciali esistono solo da alcuni anni. Il Forum Palermo è sorto nel 2009.
Pesca
La pesca continua anche al giorno d’oggi ad essere molto diffusa. Nel porto cittadino di La Cala e a Sferracavallo i pescatori organizzano battute di pesca quotidiane. Esistono importanti allevamenti di tonno.
Agricoltura
Anche l’agricoltura è fonte di reddito soprattutto per la popolazione dell’entroterra. Importante è la produzione del mandarino a Ciaculli e della nespola.
Turismo
Oltre al costante afflusso di turisti che da tutta la Regione e dall’Italia peninsulare raggiungono la città, Palermo registra un continuo traffico di crociere che nel percorrere le loro rotte nel mediterraneo vi fanno abitualmente scalo.