La Chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio detta Chiesa della Martorana è una delle più belle chiese bizantine realizzate in Italia in età medievale ed è simbolo della presenza in Sicilia della cultura religiosa ortodossa. L’attuale struttura rappresenta l’esito di vari interventi che nel corso dei secoli si sono susseguiti, determinando la sovrapposizione di stili culturali ed artistici diversi. E’ anche nota come Chiesa di San Nicolò dei Greci.
Zona
Piazza Bellini
Orari
Lunedì, Martedì, Giovedì, Sabato e Domenica: dalle ore 09.00 alle ore 12.00
Mercoledì e Venerdì: dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 18.00
Descrizione
La Chiesa è nota anche come Chiesa della Martorana poiché fu realizzata nei pressi di un monastero benedettino che era stato fondato nel 1194 da una nobile di nome Eloisa Martorana.
Il campanile, tramite il quale si accede all’interno della chiesa, risale al XIII secolo. Esso presenta una pianta di forma quadrata con grandi arcate e tre ordini di bifore di notevoli dimensioni.
La chiesa ha una pianta a croce greca, il cui prolungamento è rappresentato dal nartece e dall’atrio. A questi si accede tramite un portale assiale.
La struttura ha subito distruzioni cui hanno seguito interventi di ristrutturazione che ne hanno nel tempo modificato l’aspetto originario. E’ comunque evidente l’impronta dello stile bizantino lasciata dai numerosi artisti provenienti dall’Oriente che lavorarono alla sua prima realizzazione.
La Chiesa fu, infatti, fondata nel 1143 per volontà dell’ammiraglio di culto ortodosso Giorgio d’Antiochia. Quest’ultimo fu al servizio del Re dei Normanni Ruggero II nella prima parte del XII secolo. Da qui il nome della Chiesa dedicata a Santa Maria dell’Ammiraglio.
Nel 1194 le dimore collocate intorno alla chiesa vennero incorporate ad essa dopo essere state trasformate in Convento destinato alle donne. Nel 1394 il Convento fu poi ceduto dagli aragonesi all’ordine benedettino. Il convento si chiamò della Martorana, dal nome della fondatrice e questo nome influenzò anche il nome della chiesa che da allora cominciò ad essere nota come “Chiesa della Martorana”
Intorno al 1500 la chiesa divenne di rito latino e visse un periodo di sostanziale abbandono. Proprio per dargli una forma più consona al nuovo rito, tra il 1683 e il 1687, fu distrutta e rifatto l’abside centrale ad opera di Paolo Amato. Allo stesso modo venne abbattuto e rifatto secondo un’impronta baorcca il prospetto sud. A quest’ultimo lavorò Nicolò Palma nel 1740.
Nel secolo successivo, prima nel 1846 si abbassò il livello della piazza e fu creata una scalinata per l’accesso alla Chiesa, poi tra il 1870 e il 1873 l’intero complesso fu interessato da un notevole intervento di restauro finalizzato a ridare alla chiesa il suo aspetto originario.
Nei decenni seguenti la Chiesa tornò a vivere una situazione di abbandono finché alla metà del XX secolo tornò di rito ortodosso assumendo il titolo di Chiesa di San Nicolò dei Greci, la chiesa di rito bizantino distrutta durante la Seconda guerra mondiale.
Attualmente la chiesa fa parte della diocesi cattolica di rito greco-bizantino denominata Eparchia di Piana degli Albanesi ed è punto di ritrovo e luogo di culto per le comunità provenienti dall’Europa dell’est e dai Balcani.