Zona
SESTIERE SAN POLO
Orari
I visitatori sono tenuti al rispetto della sacralità del luogo e di una serie di comportamenti. In particolare occorre fare attenzione all’abbigliamento che deve essere consono al carattere religioso del luogo.
Durante le celebrazioni liturgiche la visita è sospesa.
da lunedì a sabato: 9.00 – 18.00
domenica e festivi: 13.00 – 18.00
Prezzi
Biglietti € 3,00
Ingresso gratuito per i nati o residenti a Venezia
Da non perdere
Cronologia
1231 I frati francescani avviano l’opera di bonifica della zona paludosa concessa loro dal Comune, denominata lago Badoer, a cui si aggiungeranno altri vicini terreni donati dal doge Ranieri Zen.
Qui nascerà la prima chiesa di Santa Maria dei Frari e il monastero
1250 Il 28 Aprile inizia la realizzazione di una nuova chiesa più grande in sostituzione della precedente inadatta ad accogliere i molti fedeli.
1330 Iniziano i lavori per una terza chiesa ancora più grande, la quale viene girata rispetto alla precedente in modo da affacciarsi sul canale prospiciente.
1396 I lavori interni della nuova chiesa si concludono. Viene interrata la struttura della chiesa vicina al rio e viene realizzato il campo dei Frari con un pozzo.
1428 I frati costruiscono il ponte di pietra per consentire un più agevole accesso alla Chiesa
1434 Il vescovo di Vicenza Pietro Miani fa realizzare alla base del campanile la cappella di San Pietro, dove chiede di essere sepolto dopo la sua morte.
1440 Viene completata la facciata
1420 Corner realizza la cappella di San Marco
1469 Viene consacrato l’altare maggiore
1516 L’altare maggiore viene arricchito da una cornice, composta da due colonne scanalate unite da una elegante trabeazione e sormontata da tre statue, opera di Lorenzo Bregno, viene innalzata
1478 La famiglia Pesaro interviene per finanziare una serie di lavori di abbellimento della struttura: l’aggiunta della nona abside e la decorazione dell’altare maggiore con la Pala raffigurante l’Assunta di Tiziano e dell’altare laterale con un’altra Pala detta Pesaro.
Alla nobile famiglia veneziana viene dedicata la sacrestia come cappella di famiglia.
1492 Il 27 maggio la Chiesa dei Frari viene consacrata con il nome di Santa Maria Gloriosa
1810 Il 12 maggio la comunità dei Frati Minori Conventuali viene soppressa e la chiesa è affidata ai preti della diocesi di appartenenza per territorio.
1922 Avviene il passaggio formale della Chiesa dalla parrocchia all’ordine dei Frati Minori Conventuali della Provincia di Padova.
Pianta
È a forma di croce latina, con tre navate.
Descrizione
La Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari è comunemente nota come Basilica dei Frari. Essa, realizzata dalla comunità dei Frati convenutuali minori, detti Frari, sorse nell’omonimo campo veneziano dei Frari.
Essendo dedicata all’Assunzione di Maria i Veneziani l’hanno denominata Chiesa di Santa Maria Gloriosa. Nel 1926 papa Pio XI ha conferito ad essa il titolo di Basilica minore.
La sua lunghezza è di 102 metri mentre il transetto misura 48 metri e raggiunge un’altezza di 28 metri.
Lo stile in cui è realizzata è il gotico veneziano. Si avvale di materiale in cotto e pietra d’Istria. La Croce latina presenta su ogni braccio tre navate, con archi di forma ogivale. Su ogni lato ci sono sei colonne le quali sono collegate tra di loro mediante catene coperte da casse di legno.
Al suo interno contiene ben 17 altari monumentali. Quello maggiore presenta una Pala realizzata da Tiziano ed è sormontato da una cornice con tre statue alla sua sommità, realizzata da Lorenzo Bregno.
Essa custodisce numerose opere d’arte e monumenti funebri di vari personaggi. Celebre è la Pala dell’altare maggiore, la più grande delle chiese veneziane, dove Tiziano ha rappresentato l’Assunta. Tra le tombe ve n’è una che ospita il cuore di Canova realizzata dai suoi allievi sulla base di un suo progetto fatto per una tomba di Tiziano però mai realizzata.
Peraltro molte opere conservate nella Chiesa furono trafugate dai francesi durante il dominio napoleonico.
Prima di essa erano state realizzate due chiese. Quella che precedette l’odierna costruzione era lunga circa la metà di quella attuale e le fondamenta degli absidi erano bagnate da Rio dei Frari. Essa, in tre navate, era costituita da una cappella centrale e due cappelle laterali più piccole.
Opere d’arte
Tra le maggiori opere d’arte conservate nella Basilica ci sono:
Assunta, la pala dell’altare principale, di Tiziano
Trittico dei Frari di Giovanni Bellini
Jubé di Bartolomeo Bon e Pietro Lombardo
San Giovanni Battista di Donatello
figura danneggiata di San Giovanni Battista di Jacopo Sansovino
Pala Pesaro
Il Doge Francesco Dandolo e la moglie presentati alla Vergine dai Santi Francesco ed Elisabetta di Paolo Veneziano
Cristo Risorto e San Gerolamo di Alessandro Vittoria
Sant’Ambrogio e altri Santi di Alvise Vivarini
San Marco assiso in trono e Madonna e Bambino con Santi di Bartolomeo Vivarini
Monumenti funerari
Sono numerosi i monumenti funerari. Tra questi quella di Tiziano, di Claudio Monteverdi, di Giuseppe Volpi, di Beato Pacifico e di Canova, di cui contiene però solo il cuore, oltre a quelle dei Dogi Francesco Dandolo, Francesco Foscari, Nicolò Tron e Giovanni Pesaro e del Vescovo Jacopo Pesaro.
Organi a canne
Oggi la Basilica conserva due antichi organi, la cui presenza, secondo le testimonianze più antiche risalirebbe addirittura al 1400. Nel 1969 è stato realizzato un importante intervento di restauro che si è ripetuto nel 2004.
Organo Piaggia: l’organo a sinistra a trasmissione meccanica integrale originaria, con 21 canne, prende il nome da colui che lo realizzò nel 1732: Giovan Battista Piaggia .
Organo Callido: l’organo di destra, a trasmissione meccanica integrale originaria, con 21 canne, è opera di Gaetano Callido che lo realizzò nel 1796.
L’usanza dei due organi di accompagnamento a due cori contrapposti è tipica dello stile musicale veneziano del XVI e XVII secolo e la Basilica dei Frari è uno dei pochissimi esempi ancora esistenti in Europa delle due cantorie con organi antichi ancora funzionanti.
Accanto ai due organi più antichi agli inizi del XX secolo fu aggiunto un terzo organo.
Organo Mascioni: si trova dietro la Pala dell’Altare maggiore fu costruito nel 1927 ed è a trasmissione pneumatica con 30 canne.
Convento dei Frati Minori
La prima abitazione dei Frari fu un piccolo convento di un piano, costituito da una semplice struttura in mattoni e legno. Andò distrutto nel 1369 a causa di un incendio e fu ricostruito prevedendo un notevole ampliamento.
Il nuovo convento realizzato fu chiamato Magna Domus Venetiarum o Ca’ Granda dei Frari per le sue dimensioni e per distinguerlo dall’altro convento dei Frari, denominato di San Nicoletto o della Lattuga.
Esso ospitava 300 stanze per l’alloggio dei frati ed aveva due chiostri
Il chiostro della Trinità fu progettato da Andrea Palladio, è composta da un porticato di forma quadrata basato su 44 colonne con arcate a tutto sesto, con terrazza in pietra d’Istria e un pozzo arricchito da statue
Il chiostro di Sant’Antonio fu realizzato dal Sansovino, è composto da un porticato sorretto da 32 pilastrini. C’è un pozzo del 1689 ornato con la statua di Sant’Antonio.
Le strutture interne attuali sono il frutto di un importante lavoro di restauro avvenuto nella seconda metà del XVIII sec.
Il convento dal XVI al XVIII è stato sede di una tipografia, cui si aggiunse poi una zincografia.
Nel 1648 fu fondata qui l’Accademia degli Argonauti e l’edificio divenne sede di un centro internazionale di scienze idrauliche e cartografiche.
Oggi la proprietà della struttura è dell’Archivio di Stato.
Convento di San Nicoletto della Lattuga
Accanto al secondo chiostro del Convento dei Frari fu costruito un secondo convento detto di San Nicoletto della Lattuga, destinato ad accogliere anziani che avessero compiuto opere pie.
Esso ampliato alla fine del XIV secolo e oggetto di una serie di restauri nei secoli presentava un piano sopraelevato realizzato nel 1660 ed era dotato di una sua chiesa, che aveva al suo interno cinque altari, un coro del 1583 e diverse opere d’arte di vari artisti, tra cui Donato Veneziano, Tiziano e Veronese.
Dopo la soppressione del convento da parte dei francesi nel 1806, i religiosi lo abbandonano il 27 settembre. Tre anni dopo la chiesa fu demolita per ordine di Napoleone.
Nella parte posteriore al convento i frati utilizzavano una porzione di terreno come vigneto e orto oltre che per la coltivazione di piante officinali, aromatiche e da frutto.