Una gloriosa storia di Repubblica indipendente
Venezia è una città dallo straordinario passato, capitale dell’omonima Repubblica e nota storicamente con i nomi di ” Serenissima”, “Regina dell’Adriatico” o “Città dei Dogi”.
Origine del nome
Il termine “Venezia” deriva da “Venetia”, antico nome con cui si indicava originariamente tutta l’area abitata dalle popolazioni venete di età preromana, i “Veneti” (letteralmente abitanti accanto al fiume o alla sorgente).
Durante l’età romana, ai tempi di Augusto, si denominava Venetia la zona che accanto ad Istria, faceva parte della X Regio .
Va peraltro sottolineato che il nome latino corretto della città era Venetiae, ossia un termine “plurale tantum”, cioè declinato al plurale, proprio a riflettere la particolarità della città nata dall’’unione di varie isole e dunque da una pluralità di centri.
Con l’invasione dei Longobardi nel 568 e il ritirarsi dei Bizantini nella sola zona costiera il termine Venetia non fu più usato per indicare tutta la Regione, ma la sola fascia compresa tra gli attuali comuni di Chioggia e Grado (provincia di Trieste).
I Bizantini erano soliti chiamavate quest’area Venetikà o, in latino Venetia maritima.
In lingua locale la città era anticamente anche chiamata con differenti varianti: Venexia, Venegia o Venigia, Venethia o Vegnesia.
Successivamente la denominazione Venezia fu utilizzata per indicare il Ducato che nel frattempo si era costituito e di conseguenza il centro che si andò sempre di più popolando nella laguna e che dello stesso Ducato divenne capitale.
Nascita della città
Si ritiene che nell’attuale territorio della laguna veneta esistessero insediamenti umani sin dall’età preistorica e in particolare dall’800 a.C., in prossimità dell’attuale centro di Altino, si hanno tracce di una civiltà evoluta, che sopravviveva grazie alla pesca, e agli scambi commerciali.
In effetti, data la particolare posizione, la zona si prestava a divenire rapidamente un importante nucleo di diffusi traffici mercantili, snodo di rotte che collegavano il Mar Adriatico con le regioni dell’Europa centrale e settentrionali.
Gli antichi romani si insediarono ampliando la rete dei porti e bonificando la zona interna che divenne luogo di villeggiatura per i nobili del tempo.
Il primo insediamento a Venezia di una certa consistenza è datato 25 marzo 421 con la consacrazione della chiesa di San Giacometo sulle rive dell’attuale Canal Grande nella zona di Rialto (anticamente Riva Alta), dove, da allora, gli abitanti della terraferma, si spostarono gradualmente, creando ulteriori piccoli insediamenti, per cercare rifugio dalle invasioni barbariche successive, in particolare quella degli Unni del 452 e dei Longobardi del 568.
Il Ducato
Nel 697 nacque il Ducato di Venezia controllato dall’Esarcato di Ravenna. La capitale del Ducato fu dapprima Eracliana, poi Metamauco ed infine, dopo il tentativo di invasione dei Franchi guidati da Carlomanno, nell’821 il centro di Rialto, che acquisì definitivamente il nome dello stato: Venezia.
La particolare collocazione geografica e i rapporti con l’Impero franco da un lato e con quello bizantino dall’altro, rese Venezia uno dei principali centri commerciali del tempo e uno snodo strategico per gli scambi tra Occidente e Oriente. Ciò consentì lo sviluppo di una agiata classe di mercanti, grazie alla quale la città si trasformò ben presto in potenza marittima, ricca economicamente ed indipendente dal punto di vista amministrativo.
I Dogi e il massimo splendore
Nel periodo del suo splendore, che raggiunse il suo culmine del XIII secolo, la città era governata dai Dogi, termine che derivava dal latino “dux”, attorno alle cui saghe familiari si sono costruite intere cronache di storia del tempo. Accanto alla figura del Doge erano poi presenti una serie di Istituzioni , tra cui il Maggior Consiglio, che avevano la finalità di rappresentare i potentati della città esercitando nel contempo un controllo dell’attività di chi la governava.
Nel punto di massimo sviluppo Venezia era una riconosciuta e temuta potenza militare e controllava un’area estremamente ampia che si spingeva dalle coste dell’Adriatico, comprese l’Istria e la Dalmazia al Mar’Egeo in cui controllava le isole di Creta, Cipro e Corfù.
Già due secoli più tardi cominciò il periodo di decadenza, anche a causa dell’accresciuta potenza dell’Impero d’Oriente e della scoperta dell’America che determinò la nascita di nuove rotte commerciali e costrinse Venezia a sviluppare la sua politica di espansione economica verso le terre continentali.
Fine dell’indipendeza e ingresso nel Regno d’Italia
Il 12 maggio del 1797 Napoleone costrinse l’allora doge Ludovico Manin a ricoscere l’autorità dei francesi e a proclamare il “Governo Provvisorio della Municipalità di Venezia”, chiudendo così il lungo capitolo della storia indipendente della città.
A seguito del Trattato di Campoformio, stipulato il 17 ottobre 1797 , i francesi cedettero all’ “Municipalità di Venezia” all’Austria il Veneto, l’Istria e la Dalmazia. Venezia perse dunque la sua municipalità per diventare provincia dell’Impero austro-ungarico. Successivamente tornò alla Francia, per poi subire di nuovo il controllo dell’Austria.
Nel 1848 la città fu coinvolta dall’ondata rivoluzionaria che segnò l’intera penisola e sotto la guida di Daniele Manin proclamò la propria indipendenza assumendo la denominazione di Repubblica di San Marco. Il tentativo indipendentista ebbe tuttavia vita breve e dopo un anno gli austriaci si impadronirono di nuovo della città.
Con il plebiscito del 21 ottobre 1866 Venezia entrò a far parte del Regno d’Italia e il 7 novembre dello stesso anno Vittorio Emanuele II fece il suo ingresso trionfale in città.
Il XIX secolo si concluse con l’annessione del territorio del Lido al Comune di Venezia, che si vedeva così ingrandire ulteriormente la propria superficie.
Il Primo Novecento
Durante la prima guerra mondiale Venezia si trovò nelle immediate vicinanze del fronte e fu oggetto di numerosi bombardamenti da parte dell’Austria.
Nei decenni successivi al conflitto, mentre la popolazione locale era impegnata a riparare i danni causati dal nemico, il territorio comunale si sviluppava ulteriormente, verso l’area dell’attuale Marghera, dove fu realizzato il famoso porto e si sviluppò il polo industriale e verso Burano, Murano, Pellestrina, Chirignago, Zelarino, Mestre e Favaro Veneto che entrarono così a far parte del Comune di Venezia. Fu nel 1933 che venne realizzato il ponte di collegamento tra Venezia e la terraferma.
Dopoguerra e tempi recenti
Anche il secondo conflitto mondiale non risparmiò Venezia, che fu colpita in particolare nei suoi insediamenti industriali.
Nella fase successiva si assistette ad un forte sviluppo della terraferma, verso cui migrarono molti abitanti del centro storico, il quale pian piano andò spopolandosi, anche a causa di eventi atmosferici quali l’alluvione del 1966 o la tromba d’aria dell’11 settembre 1970. In quell’occasione un motoscafo del ACNIL affondò provocando la morte di 21 passeggeri.
Mestre crebbe tanto rapidamente dai primi anni sessanta, che il suo sviluppo avvenne al di fuori di qualunque controllo e del rispetto del Piano Regolatore cittadino. Si parla in questo caso del “sacco di Mestre”. Va detto, comunque, che la crescita demografica di Mestre si è interrotta negli anni novanta, con la pesante crisi che ha colpito l’industria chimica.
La città ha dato un enorme contributo allo sviluppo culturale ed europeo, soprattutto nel periodo del suo massimo splendore politico ed economico. In quel periodo moltissimi dei più grandi esponenti delle varie discipline operarono a Venezia.
Arte
Venezia ha fortemente subito sia l’influenza del mondo bizantino che di quello arabo.
Il primo rappresentate di rilievo della pittura veneta è stato Paolo Veneziano (1300-1365), che può essere collocato per stile tra l’esperienza bizantina e la novità rappresentata dalla scuola di Giotto. Principali esponenti della pittura veneziana nel periodo rinascimentale furono Giovanni Bellini (1433-1516), Giorgione (1478 -1510), Tiziano Vecellio (1488-1576), il Tintoretto (1518-1594), il ritrattista Lorenzo Lotto (1480–1556), Paolo Veronese (1528–1588) della scuola manierista.
Nel 1700 Venezia si afferma artisticamente come uno dei centri più importanti e numerosi sono le opere realizzate nel XVIII secolo dai pittori veneziani, tra cui Giovanni Antonio Canal, Il Canaletto (1697–1768), autore di celebri vedute della città e Giovanni Battista Tiepolo (1696-1770), mentre lo scultore Antonio Canova si afferma, grazie alla sua attività veneziana, come il massimo esponente del Neoclassicismo.
A quest’epoca risalgono le pitture sacre o le decorazioni conservate nelle principali pinacoteche cittadine: il museo Correr, le Gallerie dell’Accademia, e la Pinacoteca Egidio Martini a Ca’ Rezzonico.
Con la fine dell’indipendenza della Repubblica veneta e la conquista da pparte degli austriaci l’attività artistica della città ssubisce un arresto fino al periodo dei moti risorgimentali. Ultimo grande artista contemporaneo può essere considerato Virgilio Guidi (1891-1984), autore di numerose vedute.
Letteratura
Celebre è il racconto “il Milione”, scritto dal viaggiatore Marco Polo (1254 – 1324) il quale fornendo una narrazione dei suoi viaggi ha regalato ai suoi contemporanei uno straordinaria spaccato di vita e cultura orientale.
Altri autori veneziani di origine o di adozione sono: Maffio Venier (1550-1586), autore di famose poesie erotiche, Carlo Goldoni (1707 –1793), considerato padre della commedia in dialetto, Giacomo Casanova (1725–1798), noto rubacuori oltre che scrittore, autore della sua autobiografia “Histoire de ma vie”, in cui racconta delle sue numerose avvenure con le più avvenenti nobildonne della Venezia della sua epoca. Tra i principali autori va senz’altro menzionato anche Ugo Foscolo (1778 – 1827) nato nella città di Zante, che allora apparteneva alla Repubblica di Venezia. In età contemporanea è giusto ricordare l’autore dell’opera “A Lume Spento”, Ezra Weston Loomis Pound (1885-1972), poeta statunitense morto nella città lagunare e sepolto nel cimitero dell’Isola di San Michele.
Accanto ai molti autori veneziani è giusto ricordare che Venezia è stata anche sfondo di numerose
opere teatrali, tra cui spiccano “Otello” ed “Il Mercante di Venezia” di Shakespeare o di romanzi, tra i quali il notissimo “La morte a Venezia” di Thomas Mann.
Venezia è stata anche sede della prima tipografia italiana, avviata da Aldo Manuzio (1449-1515) e tradizionalmente ha conservato il primato in questa attività a tal punto che a metà del XVIII secolo si realizzavano a Venezia la metà dei libri stampati in Italia.
Musica
Venezia è legata a doppio filo con la storia musicale del continente tanto che già nel 500 si ebbero i primi sviluppi di musica locale e, con un continuo crescendo, la scuola veneziana tra il 1600 e il 1800 si attestò come una delle più prestigiose a livello internazionale.
In questo contesto un ruolo estremamente importante fu svolto dalla Basilica di San Marco, che ospitava due organi usati per l’accompagnamento di cori a cappella in polifonia vocale
Proprio a Venezia si afferma la figura del Maestro di Cappella. Ciò accadde nel 1436 con Johannes de Quadris cui seguirono Pietro de Fossis (1491-1525) , Adrian Willaert (1527-1562) e Cipriano De Rore (1515-1565). Da allora presso la Basilica di San Marco sono da sempre esistite le figure di un Maestro e di un organista, accompagnate successivamente da un Vice Maestro e da un secondo organista e il coro, noto come Cappella Marciana, ha continuato nei secoli ad operare, tanto che ancora oggi è considerata un simbolo della tradizione musicale europea.
Nel XVI secolo i maggiori esponenti di musica sacra furono Andrea Gabrieli (1533-1588) e Giovanni Gabrieli (1557-1612).
La tecnica a cappella successivamente sarà sostituita dalla tecnica concertale grazie al compositore Claudio Monteverdi (1567-1643), autore dei primi madrigali e protagonista del superamento della musica del rinascimento a favore di quella barocca.
In questo periodo vanno ricordati l’organista Claudio Merulo (1533-1604), il compositore Giovanni Croce (1557-1609) e il teorico musicale Gioseffo Zarlino (1517-1590) oltre ad Hans Leo Hassler e Heinrich Schütz, tedeschi ma a lungo ospiti dalla scuola veneziana.
Nel seicento furono realizzati a Venezia numerosi teatri, grazie ai quali si sviluppò a livelli prestigiosi il melodramma.
Il primo Teatro pubblico fu quello di San Cassiano, avviato nel 1637, dove si tenne la prima stagione lirica, in occasione delle celebrazioni cittadine del Carnevale.
Sempre nel XVIII secolo la città lagunare ospitò le esibizioni di Antonio Vivaldi (1678-1741), violinista oltre che celebre compositore e fu sede degli autori Benedetto Marcello (1686-1739), Tomaso Albinoni (1671-1751), Giuseppe Tartini (1692-1770), a cui è dedicato peraltro il Conservatorio di Venezia e Baldassare Galuppi (1706-1785), tra i principali autori del cosiddetto dramma giocoso.
Anche nel novecento Venezia ospitò illustri esponenti del mondo della musica, tra cui i compositori Ermanno Wolf Ferrari (1876–1948) e Luigi Nono (1924-1990) oltre a Giuseppe Sinopoli (1946-2001), direttore d’orchestra.
Tra gli ultimi grandi eventi musicali cittadini, può senz’altro essere annoverato, insieme naturalmente ai Festival di musica contemporanea organizzati dalla Biennale di Venezia, il concerto gratuito del celebre gruppo rock Pink Floyd, che il 14 luglio 1989 si esibì in Piazza San Marco, sopra un enorme palco galleggiante.