Stato: Italia
Regione: Veneto
Abitanti: 270.722
Superficie: 414,57 km²
Densità: 653,14 ab./ km²
Altitudine: 2 mt s.l.m.
Fuso orario: +1 GMT, come Roma
Lingua: Italiana
Moneta: Euro
Prefisso telefonico: +39-041
CAP: da 30121 a 30176
Una città sull’acqua
Zone
Il territorio del comune di Venezia è geograficamente diviso in due parti: la zona insulare (a sua volta composta dal centro storico e dalle isole) e la terraferma.
Centro storico
Il centro storico di Venezia, sorge in mezzo alla laguna omonima, sulla costa adriatica nord-occidentale, nel golfo che dalla città prende il nome. Esso è composto da 118 isolette, abitate da circa 60.000 persone e consolidate in origine grazie a palificazioni in legno, che ne hanno permesso l’urbanizzazione. Alcune di queste isole sono collegate tra di loro mentre altre appaiono invece isolate.
La parte antica della città, è stata tradizionalmente suddivisa fin dal XI secolo in sei sestieri: Dorsoduro, Santa Croce, San Polo, San Marco, Cannaregio e Castello. Tali sestieri si articolano intorno alla doppia ansa del Canal Grande, la via d’acqua principale che attraversa Venezia e da cui si snodano 158 canali minori.
A Venezia gli abitanti sono soliti utilizzare ulteriori denominazioni per identificare diversi ambiti urbani: la calle, i cui nomi sono scritti sui muri, i “nizioleti”, eccetto che a Corte Cappello, nel Sestiere Castello, il campo, il campiello, la corte , la fondamenta, la riva, la ruga, il sotoportego la salizada.
Il centro storico è sempre stato isolato dalla terraferma, originariamente per ragioni difensive, fino al 1846, quando entrò in funzione il ponte ferroviario. Nel 1933 fu poi aperto il Ponte della Libertà per collegare Mestre a Piazzale Roma.
Isole
Intorno al centro storico vi sono diverse isole, alcune delle quali oggi completamente disabitate. Esse ospitano in totale circa 30.000 abitanti Tra queste le isole più grandi sono quelle di Murano, nota per la lavorazione del vetro, Burano, caratterizzata dallo storico lavoro artigianale dei merletti, Torcello, Pellestrina, Sant’Erasmo, e l’isola del Lido, con i suoi celebri stabilimenti balneari.
Terraferma
La terraferma con i suoi 130,03 km² di estensione, rappresenta l’83% delle superfici emerse del territori e conta circa 180.000 abitanti pari a circa due terzi del totale dei residenti nel Comune.
Nella terraferma, si trovano i due grossi centri di Mestre e Marghera, oltre ad altre frazioni minori. Tali centri hanno avuto un grosso sviluppo nel dopoguerra, come sfogo per l’espansione edilizia di Venezia, che non disponeva di sufficienti spazi nella laguna circostante, ed hanno pertanto i caratteri di centri moderni.
Suddivisione amministrativa
Il comune di Venezia da un punto di vista amministrativo è suddiviso in sei municipalità: le Municipalità di Venezia-Murano-Burano (detta anche Venezia insulare), di Lido-Pellestrina (Venezia litorale), di Favaro Veneto (ex Quartiere Favaro), di Mestre-Carpenedo (Mestre centro), di Chirignago-Zelarino (Mestre ovest) e di Marghera (ex Quartiere Marghera – Catene e Malcontenta)
Esse furono istituite nel 2005. In precedenza, la città era divisa in 18 quartieri, ridotti a 13 nel 1997.
Una città sull’acqua
Canali
I canali principali della città sono il Canal Grande ed il Canale della Giudecca. Il Canal Grande separa in due la città tracciando una “S” e tagliando Venezia in due parti nettamente distinte (“de ultra”, al di là dell’acqua, e “de citra”, al di qua). Il Canale della Giudecca, a sud della città, divide il centro storico dall’isola della Giudecca ed è molto transitato dalle grosse navi per passeggeri e commerci dirette alla Stazione Marittima. Anticamente le vie d’acqua erano le principali reti di trasporto. Non è un caso che molte facciate importanti di palazzi si affaccino su rii, in alcuni casi anche stretti.
Sviluppo urbanistico
Le particolari condizioni del terreno su cui si è sviluppata Venezia hanno fatto sì che si rendessero necessari taluni accorgimenti nella costruzione degli edifici e nell’ampliamento urbanistico.
a) L’attenta gestione delle acque con interventi idraulici che hanno consentito di limitare il più possibile i rischi di impaludamento legati ai sedimenti portati dai fiumi e di allagamento per la presenza invasiva dell’acqua marina.
b) Il rafforzamento delle fondamenta, attraverso la palificazione, tecnica che consisteva nel collocare nel terreno degli spessi pali di legno nel terreno instabile della laguna.
c) La previsione di ingressi via acqua nelle abitazioni per l’accesso delle persone e nei magazzini per il carico e lo scarico delle merci.
d) La realizzazione di pozzi per l’approvvigionamento dell’acqua potabile al centro dei cosiddetti “campi o campielli, dove si realizzavano enormi cisterne circondate da argilla per evitare le infiltrazioni d’acqua dalla laguna e riempite di sabbia, per consentire, invece, il filtraggio dell’acqua piovana. Prima della costruzione dell’acquedotto realizzato nel 1858, si contavano addirittura 6782 pozzi in tutta la città. Oggi ne sono rimasti circa 600, molti dei quali, in marmo bianco, possono essere considerate vere opere d’arte.
Acqua alta
L’acqua è un elemento che caratterizza fortemente la vita di Venezia e dei Veneziani e non c’è alcun dubbio che essa sia fondamentale per regalare alla città un fascino unico.
Talvolta però, la presenza dell’acqua può rappresentare un problema soprattutto se essa si manifesta tramite fenomeni incontrollati e improvvisi. Tra questi eventi che da sempre rendono la vita difficile ai residenti e li costringono ad adottare interventi risolutori spicca per frequenza, soprattutto nel periodi di primavera e in quello autunnale, il fenomeno dell’acqua alta.
Si tratta di ondate di marea piuttosto intense che determinano episodi di allagamento di un’ampia zona della città, rendendola quasi impraticabile.
L’origine del fenomeno non è da imputare semplicemente, come si potrebbe supporre, all’alta marea, ma va piuttosto ricercato nella presenza contemporanea di due fattori: il normale alternarsi delle maree e la combinazione di vento e pressione atmosferica sul mare.
Le caratteristiche del Mare Adriatico, che si presenta come un catino chiuso e il vento Scirocco che percorre longitudinalmente tutta la massa marina. Inoltre taluni interventi urbanistici nel secondo dopoguerra hanno notevolmente incrementato la frequenza del fenomeno, che in passato rappresentava un evento del tutto straordinario.
Per regolare il flusso delle maree e contenere il fenomeno dell’acqua alta, dal 2003 è in corso di realizzazione il progetto “Mose”, che consiste in una serie di interventi alle bocche lagunari ed in particolare nella realizzazione di barriere mobili sui canali Treporti e San Nicolò dove saranno collocate decine di paratoie, ciascuna lunga fino a 28 metri e spessa fino a 5 metri.
Società
Lingua
A Venezia si parlano numerosi dialetti della lingua Veneta con differenze tra le tre principali zone della città: centro storico, estuario e terraferma.
Il dialetto veneziano, cosiddetto lagunare, è parlato in tutta l’area della città, compresa la terraferma, anche se esistono notevoli varianti e “ibridi”. Esistono persino differenze tra le varie isole. Caratteristico è ad esempio il dialetto parlato a Pellestrina.
Religione
Il cardinale di Venezia è anche il metropolita della provincia ecclesiastica che comprende tutte le Diocesi di Venezia e la Diocesi di Concordia e Pordenone. Elemento caratteristico e che la diocesi di Venezia, in virtù di un’antica tradizione è definita Patriarcato e il proprio vescovo cattolico porta con sé anche il titolo di Patriarca.
Va rilevato che presso l’isola di San Lazzaro è presente dal 1717 una importante istituzione di cultura armena: l’Ordine Mekhitarista,
Economia
Commercio e industria
Venezia si è caratterizzata nei secoli come città di scambi commerciali e le stesse istituzioni della città si sono sviluppate cercando di venire incontro alle esigenze dei mercanti. Dopo un periodoi di grande splendore, la città ha vissuto nel diciannovesimo secolo un periodo di decadenza. Nel secolo scorso Venezia ha trovato nuove risorse oltre che nel turismo, nell’industria chimica. Quest’ultima si basa sul polo di Porto Marghera, oggi, tuttavia, assai ridimensionato rispetto a qualche decennio fa.
Pesca
Particolarmente caratteristica, anche se ormai appannaggio di un numero limitato di pescatori è la pesca della “moléca”, ossia del granchio molle poiché in fase di cambiamento della muta, organizzata secondo tecniche secolari e particolarmente complessa. Dagli anni settanta è diffusa è anche la pesca del della Vongola filippina, detta in dialetto locale “caparòssolo”.
Artigiano
Particolarmente diffuso è l’artigianato che rappresenta uno degli elementi di attrattiva per i turisti. Assai noti sono i caratteristici merletti di Burano e i vetri realizzati a Murano. Prerogativa di Venezia sono gli “squeri”, ossia i cantieri dove vengono realizzate e riparate le gondole, tipiche imbarcazioni lagunari, e le botteghe in cui si realizzano le maschere celebri in tutto il mondo utilizzate soprattutto per il Carnevale e divenute ormai un souvenir irrinunciabile per i turisti.
Turismo
Venezia vanta un prestigioso primato, collocandosi tra le città italiane al primo posto per flusso di turisti. Nell’anno 2010, secondo i dati dell’APT, nella sola città si sono registrate 8.521.247 presenze e 3.708.407 arrivi. Vi è una decisa prevalenza di turisti stranieri (soprattutto americani, francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli e giapponesi) sugli italiani, che rappresentano circa il 20% del totale. I periodi segnati da una maggiore presenza turistica sono oltre che le settimane del Carnevale i maggio e ottobre.
Abbandono del centro storico
Negli anni recenti il centro storico è interessato da un preoccupante fenomeno di migrazione di residenti verso al terraferma. Mentre continuano ad essere diffusi negozi di souvenir e attività destinate ai turisti, è assai ridotto il numero di negozi di generi alimentari e delle botteghe artigiani.
Alla base del fenomeno di svuotamento del centro storico, oltre alla difficile convivenza con le problematiche legate all’acqua alta, vi sono gli alti costi per l’acquisto e la locazione dei locali e le difficoltà negli spostamenti.
Si calcola che dal secondo dopoguerra ad oggi il centro storico abbia perso il 65 % circa della popolazione e attualmente il rapporto tra gli abitanti del centro storico, delle isole e della terraferma nel 2006 è rispettivamente del 23%, 11% e 66%.